Concluso a Scuola di Sport, il progetto dedicato ai ragazzi da 10-13 anni

Volge al termine il progetto  “A Scuola di Sport”, realizzato dal Comitato Provinciale OPES Latina, con il contributo della Fondazione del Terzo Pilastro Internazionale.

Il progetto “A Scuola di Sport” nato con l’obiettivo di aumentare la pratica sportiva inclusiva tra i ragazzi della fascia di età 10-13 anni, si è attuato con tutte le possibili modalità volte alla rimozione degli ostacoli economici, psicologici e relativi al contesto socio-familiare quali possibili cause di esclusione.

L’ente di promozione sportiva Opes, da sempre in prima linea grazie ad iniziative che coinvolgono sopratutto i giovani, anche stavolta si è reso promotore dello sport nelle scuole presso gli istituti secondari di primo grado del Comune di Latina, con ottimi risultati.

Nei mesi passati abbiamo visto coinvolti quasi 800 giovani e le loro famiglie, provenienti da sei differenti scuole. Insieme alle loro famiglie ed i docenti, hanno preso parte alle iniziative di educazione allo sport, incluse le discipline meno diffuse tra i bambini e i ragazzi, considerate particolarmente efficaci nello sviluppo di competenze relazionali e individuali come la fiducia in sé stessi e negli altri, la capacità di concentrazione e attenzione, la regolazione delle emozioni e dell’aggressività e l’altruismo. I ragazzi hanno avuto la fortuna di svolgere una serie d’incontri sull’educazione allo sport, dove sono stati illustrati i benefici legati alla pratica sportiva, alla diffusione dello sport tra bambini e ragazzi e ad abbattere le barriere sociali nei confronti delle classi svantaggiate. Gli incontri svolti nella prima parte del progetto, si sono svolti sotto forma di dialoghi e sessioni di confronto libero sul tema della pratica sportiva e sono stati guidati da esperti con la partecipazione di giovani sportivi (peer education) quali testimoni diretti dei benefici che lo sport apporta sia al benessere del ragazzo che al suo rendimento scolastico.

I dialoghi hanno fatto seguito al percorso di avviamento allo sport, dove i ragazzi, seguiti dai tutor, si sono adoperati al meglio con i “Giochi Scolastici”, tornei multidisciplinari che hanno coinvolto i sei istituti scolastici in giornate dedicate allo sport dove i giovani ragazzi si sono misurati nelle varie discipline insieme ai loro compagni di squadra.

L’emergenza sanitaria che ha investito il nostro paese e non solo, ha visto rimodulare alcune delle attività finali del progetto, data l’improvvisa ed inevitabile chiusura delle scuole, così come l’impossibilità di riunire gruppi o creare assembramenti.

La Fase 2 di avviamento inclusivo allo sport, ha visto la realizzazione di un percorso di avvio alla pratica sportiva per i bambini a rischio di esclusione sociale per diverse cause come condizioni economiche, sociali e/o psico-fisiche. Il percorso ha visto la selezione di 30 ragazzi da parte delle sei scuole facenti parte del progetto con la presa in carico, supporto ed avviamento alla pratica sportiva. 

I soggetti sono stati presi in carico da uno psicologo dello sport incaricato da Opes. La finalità dell’accompagnamento è stata l’inserimento in diverse associazioni sportive aderenti ad Opes per vivere un’esperienza di campo estivo sportivo. La fase di inserimento all’interno delle associazioni è partita da maggio, fino a fine giugno 2020.

L’attività di presa in carico ed accompagnamento è iniziata invece a partire dal 01/04/2020, fino al  31/05/2020. Grazie alle moderne tecnologie ed alle sessioni che dovevano rispettare la forma individuale, è stato possibile realizzare parte delle sedute in videoconferenza.

Gli incontri sia virtuali che ravvicinati, hanno visto l’incontro dei bambini segnalati dalle scuole con la figura del  tutor- psicologo dello sport. Per ogni soggetto sono stati svolti minimo 3 incontri, dove il tutor ha avuto l’incarico di facilitatore, ovvero essere di supporto e aiuto per  individuare lo sport più adatto alle esigenze del soggetto. Inoltre, la sua figura è di fondamentale ausilio per essere il valido supporto nel successivo inserimento all’interno del gruppo/squadra e nella prosecuzione dell’attività. Negli incontri sono stati monitorate tutte le problematiche riscontrate durante l’attività sportiva. Sono stati indagati vari settori di influenza tra cui la famiglia di origine e la scuola. Coinvolgendo infatti in maniera positiva la famiglia, si è contribuito al mantenimento di una relazione serena e positiva tra il ragazzo ed il resto del gruppo.

Il progetto nella sua fase conclusiva prevedeva in origine lo svolgimento di una conferenza stampa finale presso la sede nazionale dell’Opes. Tutto ciò è stato reso impossibile visto il momento delicato che tutto il paese sta ancora attraversando. Altresì, in ottemperanza alle norme vigenti e senza perdere l’obiettivo finale, l’incontro fisico è stato sostituito da una videoconferenza digitale alla presenza di rappresentanti delle confederazioni provinciali e istituzioni coinvolte, per la diffusione dei risultati del progetto riguardanti sia le attività di ricerca sociale che le azioni sperimentate per promuovere la pratica sportiva inclusiva.

Senza dubbio un’iniziativa lodevole che Opes si augura di poter presto ripetere per portare in alto il nome dello sport non appena tutto sarà tornato alla normalità.

 

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